sabato 15 ottobre 2011

Liocorni

Dopo cena sonnecchiavo sul divano, ma con l'orecchio ancora vigile sui rumori che provenivano da Lupidus e dai suoi giochi, quando sento, distintamente: "Ci son due coccodrilli e un oranutano, due piccoli serpenti, un'auila eale..", ecc. ecc. ecc. Tutta. 
L'ha cantata tutta. Non volevo aprire gli occhi.
Poi gli ho detto bravo, vieni da me. Si è preso una carezza. 
Ha detto mi piace.
Stasera offro io.

lunedì 10 ottobre 2011

"Lumacone"


Uno degli stereotipi più comuni sui soggetti autistici riguarda la refrattarietà all'interazione sociale, con una particolare accento sulla decodifica dei segnali sociali in assenza di indicatori verbali.
In realtà, osservando Lupidus nel suo percorso di crescita, mi accorgo che nel suo caso le interazioni sociali sono vieppiù guidate da una motivazione intrinseca contingente, piuttosto che limitate da una diversa abilità nelle aperture sociali, nel prestare attenzione all'Altro e nel trovare uno spazio di condivisione che possa dar luogo ad un'interazione comunicativa. E' la significatività dell'Altro o della situazione che modulano il suo agire sociale.
Ovviamente, nel caso di persone/contesti totalmente sconosciuti, Lupidus non gioca certo in casa; ed è per questo che sono rimasta euforicamente piacevolmente stupefatta quando l'altro giorno l'ho visto seguire docile docile una bambina della sua età che giocava a nascondersi dentro le siepi di un giardino. L'ha seguita per l'intero percorso imitando tutto quello che lei faceva, le ha prestato attenzione quando lei ha fatto finta che le varie siepi fossero stanze diverse di una casa immaginaria, l'ha guardata ed ascoltata mentre lei fingeva di preparare una pappa con le foglie, e soprattutto, di soppiatto come un lumacone ha provato a baciarla! Un bacio vero, con tanto di protrusione delle labbra! (Solitamente, infatti, il nostro "lumacone" si limita a porgere cristianamente l'altra guancia).
In questo scambio c'è stato tutto: l'imitazione, l'attenzione e il gioco condivisi, il comprendere un gioco simbolico fatto da altri, la capacità di esprimere in maniera appropriata (massì, il lumacone è pur sempre carino in fondo!) uno stato emotivo indirizzato all'Altro. E il detonatore di questa sequenza comportamentale è stato l'interesse: vedere un altro bambino che giocava allo stesso gioco che lui è abituato a fare da solo. 
Farsi guidare, anziché mantenere il controllo. Variare anziché reiterare lo stesso repertorio. A tutto questo, per questa volta, Lupidus ha risposto con un bacio.